La Canna comune (Arundo donax Linnaeus, 1753) o canna domestica è una pianta erbacea perenne e dal fusto lungo, cavo e robusto, che cresce in acque dolci o moderatamente salmastre. La sua area di origine si estende dal Bacino Mediterraneo al Medio Oriente fino all’India, ma attualmente la canna si può trovare sia piantata che naturalizzata nelle regioni temperate e subtropicali di entrambi gli emisferi. Forma dense macchie in terreni umidi di ambiente ripariale, lungo gli argini di fiumi e stagni ma anche sui margini di campi coltivati e sulle dune sabbiose.

È la piu grande tra le canne d’Europa, raggiungendo generalmente i 6 m di altezza. In condizioni ideali può anche superare i 10 m, con fusti, detti culmi, cavi del diametro di 2-3 cm. Le foglie sono alternate, di colore grigio-verde, lunghe 30-60 cm e larghe 2-6 cm; hanno una forma lanceolata, rastremata in punta, e alla base presentano un ciuffo di peli lanosi. Nell’insieme la canna Arundo Donax assomiglia a una cannuccia di palude di grandi dimensioni o a una canna di bambù. Esistono due varietà: A. donax variegata e A. donax versicolor delle quali la seconda è ritenuta più attraente grazie al suo colore screziato.

Diversi sono i suoi usi: recinti, sostegno per la coltivazione, realizzazioni di cesti e i alcune parti del mondo anche come materiale da costruzione;  famosa è infatti l’architettura locale delle zone paludose dell’Iraq del  Sud note con il nome di mudhif

La millenaria attività architettonica dei Ma’dan, arabi delle paludi mesopotamiche, nell’odierno Iraq, che utilizzano il sistema costruttivo a fasci di canne, risale fino all’età sumera e produsse una delle architetture più affascinanti della storia del mondo. Non soltanto semplici abitazioni, ma anche palazzi e ambienti sacri.

La costruzione dei mudhif consiste nel legare assieme le sottili canne palustri in fasci che raggiungono fino i 50 cm di spessore sviluppando archi a ferro di cavallo con un’apertura dai 6 ai 12 metri. Gli archi, a loro volta, sono legati con lunghi fasci di canne che corrono in file orizzontali sul lato lungo dell’edificio. Il tetto viene coperto con stuoie di canne finemente intrecciate, le pareti con un intreccio meno fitto che consente il passaggio dell’aria.

Il fondo di questi edifici marcisce in 7-10 anni e a quel punto la base viene tagliata via e l’edificio abbassato, poi usato per un altro periodo prima di essere abbandonato.

Ben pochi edifici sopravvivono oggi, perchè la vita delle paludi è stata stravolta. Saddam Hussein costruì molte dighe per drenare le paludi e riuscì a trasformare gran parte dell’area in un deserto secco ed incrostato di sale. Da allora, il 40 per cento circa dell’area è stata nuovamente inondata.

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